Mia moglie
04-09-2025 21:59 - Le nostre news
Il gruppo Facebook “Mia moglie” è stato chiuso da Meta dopo un’ondata di segnalazioni di persone indignate dai suoi contenuti. Non si trattava di materiale pornografico ma di immagini rubate: donne fotografate in momenti intimi e quotidiani, sul divano, in cucina, in bagno, inconsapevoli di essere esposte al giudizio e agli insulti del web.
Queste non sono goliardate né scherzi innocenti: è violenza. Una violenza che trova riconoscimento nella normativa del Codice Rosso e che può portare a gravi conseguenze penali. Pubblicare senza consenso la foto della propria moglie o di qualsiasi donna significa esporla a umiliazioni e fantasie altrui. È un reato.
Lo stabilisce chiaramente anche l’articolo 613-ter del codice penale, che punisce con la reclusione da 1 a 6 anni e con una multa fino a 15.000 euro chi diffonde o condivide contenuti intimi altrui senza autorizzazione.
Non lasciamo che queste violenze vengano minimizzate. Segnalare, denunciare, “fare la spia” in questi casi non è un atto di debolezza ma di coraggio e responsabilità. È così che si difende la dignità delle donne e si contribuisce a spezzare il ciclo della violenza.
Queste non sono goliardate né scherzi innocenti: è violenza. Una violenza che trova riconoscimento nella normativa del Codice Rosso e che può portare a gravi conseguenze penali. Pubblicare senza consenso la foto della propria moglie o di qualsiasi donna significa esporla a umiliazioni e fantasie altrui. È un reato.
Lo stabilisce chiaramente anche l’articolo 613-ter del codice penale, che punisce con la reclusione da 1 a 6 anni e con una multa fino a 15.000 euro chi diffonde o condivide contenuti intimi altrui senza autorizzazione.
Non lasciamo che queste violenze vengano minimizzate. Segnalare, denunciare, “fare la spia” in questi casi non è un atto di debolezza ma di coraggio e responsabilità. È così che si difende la dignità delle donne e si contribuisce a spezzare il ciclo della violenza.