Mary Edwards Walker
04-09-2025 15:58 - Le nostre news
Lo sapevi che l’unica donna nella storia degli Stati Uniti ad aver ricevuto la Medaglia d’Onore, la più alta onorificenza militare americana, è stata… un chirurgo?
Si chiamava Mary Edwards Walker e no, non la troverai nei libri di scuola.
Nel pieno della Guerra Civile americana, mentre gli uomini combattevano e cadevano sul campo, lei rifiutò di restare a casa. Divenne medico chirurgo al fronte, un ruolo allora riservato esclusivamente agli uomini. Salvò centinaia di vite operando sotto il fuoco nemico, venne fatta prigioniera dagli Stati Confederati, trattata come una spia e non smise mai di battersi per i diritti delle donne.
La cosa che scandalizzava di più? Non il bisturi nelle sue mani, non il coraggio con cui affrontava le ferite e la morte ma il fatto che indossasse i pantaloni. Veniva accusata di “vestirsi da uomo”, come se fosse quello il vero reato e lei rispondeva che i pantaloni le permettevano di fare il suo lavoro meglio delle gonne. Mary si vestiva come voleva, al di la delle convenzioni che le erano imposte.
Non era scomoda solo per l’esercito ma anche per i politici e perfino per alcune suffragiste. Susan B. Anthony ed Elizabeth Cady Stanton la descrissero come una “she-man” e decisero di cancellarla dai documenti ufficiali del movimento per i diritti delle donne. I Confederati, nei rapporti militari, si lamentavano che “discuteva come un intero reggimento di uomini” e suggerirono persino che fosse internata in un manicomio.
Eppure Walker era avanti di decenni: mentre i chirurghi dell’epoca amputavano senza esitazione, lei cercava di salvare gli arti, convinta che molti soldati potessero conservare la vita e la dignità senza mutilazioni inutili. Definiva l’amputazione “pietosamente crudele” se non strettamente necessaria.
Ricevette la Medaglia d’Onore per “servizi eccezionali” ma anni dopo gliela tolsero, perché il Congresso decise che non aveva partecipato “direttamente” al combattimento. Mary non restituì mai la medaglia. La portò appuntata al petto con orgoglio fino all’ultimo giorno della sua vita.
Solo nel 1977, più di cinquant’anni dopo la sua morte, lo Stato americano le restituì ufficialmente l’onorificenza.
Mary Edwards Walker è la prova vivente che la storia non dimentica per caso. Dimentica per scelta. E ricordarla oggi significa ridare voce a tutte quelle donne che hanno cambiato il mondo mentre il mondo faceva finta di non vederle.
Si chiamava Mary Edwards Walker e no, non la troverai nei libri di scuola.
Nel pieno della Guerra Civile americana, mentre gli uomini combattevano e cadevano sul campo, lei rifiutò di restare a casa. Divenne medico chirurgo al fronte, un ruolo allora riservato esclusivamente agli uomini. Salvò centinaia di vite operando sotto il fuoco nemico, venne fatta prigioniera dagli Stati Confederati, trattata come una spia e non smise mai di battersi per i diritti delle donne.
La cosa che scandalizzava di più? Non il bisturi nelle sue mani, non il coraggio con cui affrontava le ferite e la morte ma il fatto che indossasse i pantaloni. Veniva accusata di “vestirsi da uomo”, come se fosse quello il vero reato e lei rispondeva che i pantaloni le permettevano di fare il suo lavoro meglio delle gonne. Mary si vestiva come voleva, al di la delle convenzioni che le erano imposte.
Non era scomoda solo per l’esercito ma anche per i politici e perfino per alcune suffragiste. Susan B. Anthony ed Elizabeth Cady Stanton la descrissero come una “she-man” e decisero di cancellarla dai documenti ufficiali del movimento per i diritti delle donne. I Confederati, nei rapporti militari, si lamentavano che “discuteva come un intero reggimento di uomini” e suggerirono persino che fosse internata in un manicomio.
Eppure Walker era avanti di decenni: mentre i chirurghi dell’epoca amputavano senza esitazione, lei cercava di salvare gli arti, convinta che molti soldati potessero conservare la vita e la dignità senza mutilazioni inutili. Definiva l’amputazione “pietosamente crudele” se non strettamente necessaria.
Ricevette la Medaglia d’Onore per “servizi eccezionali” ma anni dopo gliela tolsero, perché il Congresso decise che non aveva partecipato “direttamente” al combattimento. Mary non restituì mai la medaglia. La portò appuntata al petto con orgoglio fino all’ultimo giorno della sua vita.
Solo nel 1977, più di cinquant’anni dopo la sua morte, lo Stato americano le restituì ufficialmente l’onorificenza.
Mary Edwards Walker è la prova vivente che la storia non dimentica per caso. Dimentica per scelta. E ricordarla oggi significa ridare voce a tutte quelle donne che hanno cambiato il mondo mentre il mondo faceva finta di non vederle.